Bosco delle Querce

Bosco delle Querce
Parco Naturale Regionale

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13 Gennaio 2017

La Fondazione Lombardia per l’Ambiente ha completato il nuovo monitoraggio dei mammiferi, degli uccelli e dei rettili al Bosco delle Querce.


Dopo un lavoro durato più di un anno la Fondazione Lombardia per l’Ambiente ha consegnato gli esiti del monitoraggio sui mammiferi, sugli uccelli e sui rettili che vivono al Bosco delle Querce. Lo studio ha compreso tutto il perimetro del parco comprendendo quindi sia Seveso che Meda ed è stato anche utilizzato il sistema di “fototrappolaggio” fotografico e video. Per la campagna sono state impiegate 808 notti/trappola per un totale di 2427 eventi.

Per i mammiferi il nuovo lavoro aveva come “target” il Riccio europeo (Erinaceus europaeus), la Volpe (Vulpes vulpes), la Faina (Martes foina) e lo Scoiattolo europeo (Sciurus vulgaris).

Tra le specie censite, quella maggiormente contattata è la Volpe che è stata rilevata in tutte le aree del parco e sembrerebbe utilizzare sia il Torrente Tarò/Certesa sia la rete stradale come corridoi per spostarsi lungo l’intero perimetro. Dai dati raccolti, emerge poi che il Bosco delle Querce coincide con la “casa” di un nucleo familiare di volpi (sono stati infatti osservati sia esemplari adulti sia giovani). Un’altra specie molto diffusa è il Riccio europeo che, come la volpe, risulta frequentare tutto il perimetro del parco. Lo Scoiattolo europeo e la Faina, invece, sono molto localizzati. Il primo, seppur presente con una popolazione stabile, è concentrato prevalentemente nell’area naturalistica e nelle sue vicinanze mentre la seconda risulta molto elusiva e frequenta solo sporadicamente il Bosco. E’ probabile, inoltre, che utilizzi il Torrente Tarò/Certesa come corridoio ecologico per spostarsi da una area verde a un’altra, limitando così i contatti con le attività umane.

L’utilizzo delle fototrappole nel Bosco delle Querce ha dunque rivelato un’insospettata Comunità di Mammiferi, nonostante un’apparente scarsa ricchezza in specie.

Il lavoro dei ricercatori della Fla è poi proseguito con l’analisi degli anfibi e dei rettili. Per quanto riguarda gli anfibi le attività di censimento sono state concentrate specialmente presso le cinque zone umide del parco, non tralasciando comunque (soprattutto durante i sopralluoghi notturni) le aree aperte, le zone di sottobosco e i sentieri. Sono state controllate inoltre le aree di greto del torrente Tarò/Certesa. Le attività di censimento dei rettili invece hanno riguardato soprattutto le zone più aperte e soleggiate ed in particolar modo nelle prime ore del mattino. Questa parte della ricerca è stata svolta nei mesi compresi tra aprile e settembre 2016, per far coincidere i censimenti con il periodo riproduttivo e post-riproduttivo delle diverse specie potenzialmente presenti. I risultati hanno dato la presenza di tre specie: due specie di anfibi (Rospo Smeraldino – Bufo Viridis e Rana Esculenta – Pelophylax Esculentus) e una di rettili (Lucertola Muraiola – Podarcis Muralis).

La specie di anfibi maggiormente presente è la comune Rana esculenta ed è stato rilevato a distanza di parecchi anni un esemplare di Rospo smeraldino, dato comunque da ritenersi positivo che induce a sperare che nei prossimi anni si verifichi un incremento della popolazione di questo rospo.

Al contrario risulta positiva la mancanza di segnalazioni relative a esemplari di Trachemys sp.(tartaruga palustre americana) in quanto specie alloctona che spesso vanifica il successo riproduttivo degli anfibi (predatore di uova, girini e adulti).

L’ultimo aspetto censito è quello dell’avifauna perché grazie alla sua particolare sensibilità ai cambiamenti ambientali, questa rappresenta un indicatore di primaria importanza per valutare gli effetti delle variazioni nell’ambiente. Lo studio dell’avifauna costituisce infatti uno strumento particolarmente importante per valutare non solo la comunità di uccelli in quanto tale (elemento faunistico comunque di primaria importanza), ma anche lo “stato di salute” complessivo dell’ambiente. Nel corso dell’ultimo censimento svolto nel 2009-2011, le specie osservate nel parco, solo per la porzione di Seveso, erano 66, di cui 21 nidificanti. I rilevamenti erano stati svolti nel corso di tutto l’anno e pertanto il numero di specie censite complessivamente non è paragonabile con quello ottenuto nel corso dell’ultimo studio, che ha considerato la sola stagione riproduttiva e che ha visto presenti nella porzione di Seveso 38 specie, di cui 28 nidificanti certi, probabili o possibili. A seguito di questa ulteriore ricerca si è potuto però redigere una check-list complessiva delle specie osservate all’interno del Bosco delle Querce, che annovera ora 83 specie.

L’apertura dell’area naturalistica alla fruizione, infine, non ha avuto ripercussioni negative sull’avifauna del parco così come non hanno rappresentato un fattore negativo l’origine recente del Bosco (quantomeno da un punto di vista naturalistico), gli interventi di rinaturazione e riqualificazione, l’isolamento rispetto ad altre aree boscate e la massiccia presenza di fruitori che quotidianamente frequentano il parco. In conclusione l’indagine svolta dalla Fondazione Lombardia per l’Ambiente ha consentito di rilevare un incremento del numero di specie nidificanti nel Bosco ed in particolare nell’area naturalistica. Questo risultato va infine collegato da un lato alla progressiva maturazione del bosco e dall’altro agli ulteriori interventi di rinaturazione effettuati negli ultimi anni, interventi che, ancora una volta, hanno permesso di valorizzare il parco come “area fondamentale di biodiversità”.

Lo studio completo è consultabile presso l’Ufficio Ecologia, presso il centro visite del parco di via Ada Negri