Esperienze educative al Bosco delle Querce
Il Bosco delle Querce è sempre di più un luogo aperto all’educazione e alla riflessione. Tra le tante classi venute al parco nell’ultimo anno scolastico e accompagnate dalle operatrici di Legambiente, i ragazzi e le ragazze della 2^A della scuola media Quasimodo di Milano si sono immedesimati in immaginari protagonisti di questa drammatica esperienza. Ecco il loro “immaginario” racconto. Con alla fine il “messaggio” che gli stessi hanno “ricevuto e condiviso”.
IL GIORNALE DI MEDA 5/07/1976. LA RIVOLTA DEGLI ABITANTI
PARTONO DENUNCE CONTRO LA FABBRICA ICMESA
E’ da ormai 19 anni che la fabbrica ICMESA(Industria chimica Meda società azionaria), trasferitasi da Napoli, si è insediata nella nostra città dando lavoro a molti tra i nostri abitanti. L’ICMESA, acquistata dalla fabbrica svizzera Hoffman La Roche, ha purtroppo causato gravi danni all’ambiente.Infatti, producendo aromi artificiali, scarica acque non depurate nel torrente Tarò. Circa vent’anni fa alcune pecore, che si erano abbeverate al nostro torrente, sono morte, creando danni economici al proprietario. Inoltre gli abitanti si lamentano dell’odore nauseabondo che la fabbrica emana. Molti tra i nostri cittadini hanno inviato delle lettere contenenti denunce per i danni causati dalla fabbrica, però, purtroppo le prove per poterla accusare di inquinamento delle acque sotterranee sono risultate insufficienti. Ma se la fabbrica fosse stata costretta a chiudere, cosa succederebbe agli operai? Resta il fatto che là dentro sta succedendo sicuramente qualcosa di molto pericoloso per la salute pubblica.
IL GIORNALE DI MEDA 19/07/1976. LA FABBRICA ICMESA AMMETTE LA RESPONSABILITA’ DEL DISASTRO
I CITTADINI FURIBONDI E SPAVENTATI
Oggi i responsabili della fabbrica Icmesa hanno ammesso quello che molti sospettavano da tempo: nove giorni fa la fabbrica in questione ha rilasciato fumi tossici.
Pochi giorni fa degli animali che avevano mangiato dell’erba nei luoghi circostanti la fabbrica sono morti. Successivamente si è scoperto che tutti gli animali morti avevano bruciature alle vie respiratorie. I cittadini sono spaventati e nessuno sa cosa succederà.
Alessandro Camesasca, Sophia Carchidio, Tommaso Casolla, Davide Choco
dal DIARIO DI ANGELA 1-7-1976
Caro diario, già da molto tempo l’ICMESA è l’industria più importante di Meda e Seveso. Oggi ero con il mio fidanzato, Checco, sulle rive del torrente Certesa. L’acqua era come sempre di un colore rossastro, purtroppo. Io e Checco abbiamo pensato a come poteva essere divertente e bello passeggiare lungo il torrente, prima che fosse inquinato.Mio nonno mi ha raccontato che un tempo si poteva fare addirittura il bagno! Angela
4-7-1976
Caro diario, oggi, mentre ero sull’autobus e sono saliti gli operai dell’ICMESA si è ripetuta una scena a cui tante volte ho assistito: tutti hanno iniziato a sussurrare parlando dell’odore nauseante che sprigionavano. Effettivamente è così, poiché nella fabbrica si producono aromi artificiali che hanno un profumo intenso, che impregna gli abiti dei lavoratori. Però mi sembra poco educato reagire in quel modo. In fondo gli operai che colpa ne hanno? Angela
11-7-1976
Caro diario, sono molto preoccupata, non avevo mai pensato a quanto possa essere pericolosa l’ICMESA. Ma oggi ne ho preso coscienza, partecipando ad un’assemblea organizzata dai cittadini di Seveso per discutere dei problemi creati dalla fabbrica. Chissà tra qualche anno come andrà a finire. Angela
18-07-1976
Caro diario, è successa una cosa terribile. In televisione hanno parlato dell’industria chimica ICMESA. È scoppiato il reattore A101 del reparto B, emanando una nube di diossina, sostanza altamente pericolosa, che spostandosi si è depositata a terra. Il problema è che ci hanno avvertito che dovremmo traslocare, e gli animali (sia selvatici che domestici), potrebbero morire. Sono agitata anche per Rambo, il mio cane…Dove ci manderanno? Ho paura. Angela
di Alice Motta, Michele Kater, Giulia Wang, Jacopo La Boccetta
Un nonno racconta ai nipotini
Che bello ritrovarsi a raccontare ciò che è accaduto sotto queste querce rigogliose in uno dei luoghi che fino a qualche anno fa era fra i più inquinati della Lombardia. Ho tantissimi ricordi della mia infanzia, allora potevamo giocare nelle vaste distese d’erba e ci conoscevamo tutti, essendo in pochi ad abitare qui a Seveso. La vita procedeva in modo piacevole e sano, ma tutto cambiò radicalmente dopo che a Meda, nel 1947, iniziò la propria attività la fabbrica ICMESA: vennero costruite molte più case per ospitare i nuovi abitanti che arrivavano soprattutto dal sud dell’Italia per lavorare. Nell’aria spesso si diffondevano odori sgradevoli e nel 1953 successe, persino, che alcune pecore furono trovate morte nei pressi del torrente Certesa, che da qualche tempo cominciava ad assumere uno strano colore rosso. Noi, come altri cittadini, cominciammo a preoccuparci che la fabbrica potesse essere troppo pericolosa, anche se al tempo stesso offriva molte opportunità di lavoro ai nostri genitori.Col passare del tempo, la situazione cominciò a degenerare e il 10 Luglio 1976 durante l’ora di manutenzione, il reattore a-101 del reparto B provocò tale pressione da far fuoriuscire una gran quantità di TCDD, un veleno molto potente sottoforma di polvere invisibile.Gli operai rimasero all’oscuro dell’accaduto per vari giorni, ma era stato loro ordinato di lasciare in fabbrica le tute da lavoro, dove sarebbero state lavate. Solo nove giorni dopo fummo avvertiti dell’incidente. La paura di ammalarsi ci preoccupava, c’era persino chi ci evitava pensando che fossimo contagiosi!
Sveva Pagella, Lorenzo Alacevich, Sergiu Martin , Ettore Lares
Napoli, 3/9/1944
Caro diario, durante la guerra la fabbrica nella quale lavorava mio papà fu bombardata, per fortuna lui non era lì, ma è morto un amico di famiglia e la fabbrica è completamente distrutta! Mi sono spaventato a morte. Gregorio
Napoli, 10 ottobre 1945
E’ ormai certo: l’Icmesa, la fabbrica che dava lavoro a mio padre e a tanti altri napoletani, sarà ricostruita al nord. Mio papà, mia mamma, mia sorella maggiore ed io ci trasferiremo a Meda, in provincia di Milano, perché è lì che sorgerà la nuova industria. Mi mancherà molto Napoli: giocare a pallone con i miei amici e svegliare la vecchiette facendogli prendere uno spavento! Gregorio
Meda, 29/12/1947
Caro diario, tra qualche giorno mio padre rincomincerà a lavorare e, dati i miei quattordici anni, hanno offerto un posto anche a me; io ho rifiutato poiché preferisco studiare ancora due anni, e fortunatamente la mia famiglia può permetterselo. La fabbrica ICMESA di Meda è molto più all’avanguardia di quella napoletana. Gregorio
1/01/1948
Caro diario, oggi, mentre studiavo con un mio amico, ho avvertito un forte odore sgradevole nell’aria, somiglia molo a quello che emana dalla tuta di papà. Proviene dall’Icmesa. Questa sera ne abbiamo parlato in casa, in paese si protesta nei confronti della fabbrica e si accusano persino i dipendenti di inquinare l’ambiente con il fetore delle loro tute e quindi mi dispiace per mio papà, che si sente umiliato.
Sono preoccupato perché i miei genitori discutono sempre più spesso e temo che la fabbrica possa chiudere. Gregorio
14/07/1953
Caro diario,non sono certo: l’Icmesa sta inquinando il territorio. Ieri ho chiesto ai miei genitori il permesso di andare a fare il bagno nel fiume Certesa con i miei amici, ma loro mi hanno risposto un severo NO, senza darmi spiegazioni. Ma io e i miei amici eravamo molto curiosi e così siamo andati sulle rive del torrente per capire il motivo del divieto dei genitori. Appena arrivati lì siamo rimasti scioccati: il fiume è diventato completamente rosso. Spaventati siamo tornati a casa e i nostri genitori ci hanno spiegato che sono morte anche delle pecore. Gregorio
20/04/1960
Caro diario, mi dispiace di non avertene mai parlato prima, ma anche io, come mio padre ho iniziato a lavorare nella fabbrica ICMESA. La fabbrica, il cui maggior azionista è la Givaudan di Ginevra, è stata acquistata dalla HOFFMAN LA ROCHE di Basilea. Si producono aromi artificiali che emanano strani odori nauseanti. Il lavoro è molto pesante, perché la produzione non può essere interrotta e si lavora anche di notte, ma lo faccio per me e la mia famiglia. L’attività procede bene, io lavoro nel reparto B che produce diserbanti e pesticidi a base di triclorofenolo. Gregorio
16/10/1966
Caro diario,oggi è nato mio figlio, si chiama Alessio. Sono molto sollevato e contento perché il parto è andato bene. Gregorio
11/07/1976
Caro diario, oggi è domenica e quindi la fabbrica è chiusa, ma ci è stato riferito che da domani si dovranno osservare nuove norme comportamentali:
- togliersi la tuta da lavoro, finito il turno;
- togliersi le scarpe prima di entrare in fabbrica;
- non entrare nel reparto B;
Mi hanno, infatti, spostato nel reparto F. Noi operai non abbiamo la minima idea di cosa possa essere successo. Gregorio
15/07/1976
Caro diario, è iniziato lo sciopero dei lavoratori dell’Icmesa: non abbiamo più tollerato di non sapere il motivo delle nuove norme comportamentali. Sono felice di questa nuova decisione, ma temo che sia successo qualcosa di molto pericoloso per la nostra salute. Gregorio
16/07/1976
Caro diario, oggi ci hanno comunicato che le nuove norme sono state emanate a causa di un incidente avvenuto nel reparto B al reattore A101: si è liberata nell’aria una sostanza molto tossica la TCDD, cioè diossina, insieme a soda caustica ed enormi quantità di cloro. Gregorio
19/07/1976
Caro diario,l’ICMESA è stata chiusa provvisoriamente e ha dovuto ammettere la responsabilità dell’incidente. Gregorio
25/07/1976
Caro diario, il territorio contaminato è stato suddiviso in tre zone: zona A , la più contaminata , che è stata completamente evacuata; zona B meno contaminata, ma non evacuata, all’interno della quale bisogna osservare determinati comportamenti, ad esempio bisogna tenere i bambini all’interno delle case per evitare di esporli alla nube velenosa, zona R a rischio di contaminazione, in cui valgono le stesse norme della zona B. Alcuni bambini iniziano ad ammalarsi di cloracne, una malattia che provoca macchie sulla pelle concentrandosi nel viso e nelle mani , e mio figlio inizia ad avere i primi sintomi, per questo lo abbiamo immediatamente portato in ospedale per assicuraci che la situazione non degeneri. Gregorio
30/08/1979
Caro diario, fortunatamente i bambini sono guariti dalla cloracne e sono molto felice di questa cosa. La situazione di Seveso e Meda sta migliorando gradualmente e tutti i giorni degli addetti vanno nella zona A a prelevare campioni di terreno per poi analizzarli.
Gregorio
Dal 1986 a Seveso esiste un parco artificiale che ricopre parte della zona A interamente bonificata. Il terreno contaminato fino a 46 centimetri di profondità è stato messo in vasche impermeabilizzate molto capienti, ora situate sotto il terreno superficiale importato da altre zone della Lombardia. Questo parco si chiama BOSCO DELLE QUERCE perché, pur non essendo presenti solo esemplari di queste piante, le querce sono piante autoctone, cioè originarie di questo ambiente. Simbolo del parco è un vecchio ed imponente pioppo che non è stato abbattuto dopo l’incidente poiché non si è ammalato, è stato lavato con getti d’acqua, in modo da rimuovere tutte le sostanze velenose che potevano essersi depositate. Il parco a noi ha trasmesso il messaggio di NON RINUNCIARE MAI a lottare per una giusta causa. Come gli abitanti di Seveso che non hanno rinunciato a credere che, opponendosi con forza contro la decisione della Regione Lombardia di costruire un forno inceneritore per bruciare tutto il materiale inquinato, si potesse ottenere di bonificare il territorio per far nascere una grande area verde con migliaia di piante ed arbusti.